La frase del mese di maggio è tratta da un libro a noi caro, “La dittatura delle abitudini: Come si formano, quanto ci condizionano, come cambiarle” di Charles Duhigg

Persona interessante, il giovane vincitore (nasce nel 1974)  del premio Pulitzer 2013 : laureato a Yale, con in tasca l’MBA ad Harvard decide di dedicarsi al giornalismo, vincendo il prestigioso premio per una serie di 10 articoli sulle business practises di Apple e di altre società tecnologiche, analizzate nell’ottica di un’economia globale in evoluzione per lavoratori e consumatori. Si occupa da anni di studiare la relazione tra le abitudini e la produttività, approfondendone gli aspetti più interessanti con sagacia e documentazione giornalistica.

«Gran parte del comportamento di un’azienda è da interpretarsi come il riflesso di abitudini generali e di orientamenti strategici provenienti dal passato dell’azienda piuttosto che come il risultato di un esame dettagliato dei rami periferici dell’albero decisionale».

La frase recita uno dei capisaldi del pensiero di Duhigg: il comportamento in azienda deriva dalle abitudini e dai “modi di fare” nati nel passato delle persone, e non – come sarebbe più produttivo, pratico ed efficace, e come spesso qualche imprenditore spera – dalla necessità strategica, o dalle decisioni che vengono prese nel “board” o dalle indicazioni dirigenziali.

E con le abitudini (sue e dei suoi) l’imprenditore deve sempre avere a che fare.

A ben pensarci, è l’uovo di Colombo: ciò che emerge nella via lavorativa di tutti i giorni non sono le azioni guidate dalla necessità di perseguire un obiettivo o dalle attività decise per far fronte a necessità contingenti, quanto piuttosto dalle abitudini delle persone, che provengono dal loro passato e che sono  definite dalla loro educazione e rinforzate dalle loro esperienze e dalla loro motivazione.

Per quanta strategia possa essere elaborata intorno ai tavoli dei consigli di amministrazione, o nelle sale degli Executive Committee, per quanti piani possano disegnarsi intorno a quei tavoli, l’azienda risponderà in base alle abitudini delle persone che quei piani saranno chiamati a sviluppare. Perchè le abitudini sono l’intelaiatura del comportamento di ciascuno di noi. E quindi governano il nostro comportamento, consapevole e non.

Quindi se i nostri dipendenti hanno sviluppato abitudini efficaci per lo sviluppo del business, l’impresa volerà; se viceversa le loro abitudini non riescono a sostenere il loro lavoro,  i piani cadranno nel vuoto. Perchè le aziende sono fatte dagli uomini, non dai piani.

La buona notizia è che le abitudini dei nostri dipendenti non sono nostra responsabilità: ma è assolutamente IL compito dell’imprenditore quello di lavorare sulla consapevolezza di ciascuno dei suoi e sull’evoluzione di esse.

Indefessamente.

I piani, le strategie, le tattiche sono INDISPENSABILI ma se poggiano su attori svogliati, demotivati, o menefreghisti sono destinati a fallire. E fallendo i piani, l’Azienda avrà perso tempo – preziosissimo – e risorse, mentre l’imprenditore accumulerà frustrazione e senso di impotenza.

I piani, le strategie, le tattiche sono INDISPENSABILI, ma altrettanto lo è il lavoro sulle abitudini delle persone sulle quali i piani poggiano: in fondo, persone capaci riescono ad ottenere molto da piani mediocri, mentre persone mediocri non potranno mai portare risultati duraturi e stabili anche con strategie eccelse.

Il lavoro sulle persone della squadra è indispensabile, almeno quanto la definizione dei piani strategici, a maggior ragione in questo periodo di ripartenza.

Sappiamo quanto questo lavoro a volte sia faticoso, duro, delicato, lo facciamo tutti i giorni sostenendo i nostri Clienti: ma non farlo equivale ad alzare, prima o poi, bandiera bianca.

L’altra alternativa che l’imprenditore ha è quella di lottare ogni giorno contro, finché non ne avrà più la forza e mollerà. A quel punto sarà troppo tardi.

Se vuoi conoscere come Whitening può aiutarti in questo, scrivi una mail a segreteria@whitening.life, oppure clicca qui: non farlo, potrebbe far fallire i tuoi ambiziosi e fantastici piani.