Alcune settimane fa sono stato invitato ad un webinar per raccontare la mia esperienza sulla crescita di una partita IVA. Il tema era proprio quello di analizzare i fattori che permettono (e di contro, che impediscono) ad un professionista di crescere.
Non ero solo, c’erano altri professionisti che hanno parlato di interessanti argomenti: io ho deciso di concentrarmi sulla mentalità, sull’approccio mentale che il professionista dotato di partita iva credo debba avere.
Ed ho potuto farlo anche in virtù del percorso che ho fatto, da dipendente ad imprenditore ed investitore, proprio passando “attraverso” la famigerata partita Iva, e quindi sperimentando tutti i 4 quadranti del cashflow cari a Kyosaki.
In Italia il dato medio nazionale nel 2017 era di 26.248 €. Da uno studio del Tesoro sulle dichiarazioni fiscali del 2018 riportato da il Fatto Quotidiano il reddito medio complessivo è calcolato intorno ai circa 54.000 € .
Il balletto di numeri è sterminato
ed io non credo moltissimo alle statistiche “manovrabili” di certa informazione: preferisco sempre andare più nel dettaglio, analizzando le categorie, partendo dai notai (597.900 euro), dai farmacisti (121.300 euro), dai medici (83.900 euro). E proseguendo con commercialisti e consulenti del lavoro (116.800 euro), avvocati (53.600 euro) ed odontoiatri (52.500 euro). I dati dell’Agenzia delle entrate rivelano anche che il reddito medio dei periti industriali è di 38.600 euro, maggiore di quello degli ingegneri pari a 37.100 euro.
A seguire ci sono tributaristi e periti commerciali con redditi medi di 33.300 euro e quindi i geologi con 26.300 euro. Il livello di redditi si abbassa progressivamente con gli architetti (25.300 euro), i geometri (25.100 euro) e gli psicologi (22.200 euro). (fonte qui).
Ci sono tante p.iva che fatturano centinaia di migliaia di euro, in alcuni casi (pochi per la verità, ma ci sono) persino oltre il milione.
Queste cifre testimoniano alcune cose. La prima è che in Italia si può crescere, anche se hai la partita iva e non vuoi diventare un imprenditore. Diciamo subito che non è la strada maestra e neppure la più semplice, ma è possibile. Se ciò non avviene, o non avviene come vorresti, è segno che tu – non lo stato, le tasse, la congiuntura, il covid, i marziani e la globalizzazione – stai sbagliando qualcosa, stai compiendo delle azioni non efficaci. Perdona la franchezza.
Confrontandomi che i professionisti collegati via Zoom in questo Webinar, ho avuto la possibilità di illustrare quello che secondo me è il maggior ostacolo dei professionisti: l’approccio mentale.
La mia esperienza è molto chiara in questi termini: la mentalità definisce il livello di successo che raggiungerai.
Una mentalità esclusiva pensa in termini “O io, O gli altri”. Una mentalità inclusiva pensa in termini ” Io E gli altri”.
La mentalità esclusiva limita la crescita, la mentalità inclusiva la promuove. E la rende possibile e raggiungibile.
Nella professione se pensi in maniera esclusiva ti poni in antitesi con i tuoi competitors, con i clienti, con i fornitori, e quindi in ultima analisi con il successo economico (che inevitabilmente passa da loro).
Se pensi (ed agisci) in maniera inclusiva, scopri ( e persegui) tantissime opportunità con i tuoi competitors (che diventano alleati), con i Clienti (che diventano Partners) con i Fornitori (che diventano Sostenitori del tuo business). E questo produce inevitabilmente ricchezza, anche economica.
Le collaborazioni aiutano e sostengono, la condivisione crea opportunità, le “guerre” impoveriscono e sfiniscono, la ricerca della diversificazione ad ogni costo prosciuga le risorse.
Il professionista a volte fatica a pensare INSIEME ad altri, è più portato a pensare CONTRO. E questo limita di fatto la sua possibilità di crescita, anche da un punto di vista “spirituale”. Ma questa è un’altra storia…
Per alcuni è semplice ed immediato, altri potrebbero doverci lavorare di più: d’altra parte, il successo non arriva gratis!
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