Una rapida lettura del Decreto Sostegni Ter ha fatto emergere una evidenza: per gli Imprenditori, imparare a fare da soli è l’unica scelta sul campo. Che significa?

Chi ci segue sa che i lamenti, le giustificazioni, i piagnistei non appartengono affatto alla nostra natura.

Chi ci legge sa quanto per noi è importante la responsabilità, il pensare alla soluzione piuttosto che al problema, il mettersi in moto (proattività) per prevenire il problema piuttosto che risolverlo.

Chi ci conosce sa che agiamo così e così facciamo o cerchiamo di fare nelle imprese che ci scelgono: perchè solo così si cresce e solo così si ottengono risultati misurabili, concreti e stabili.

Non perchè siamo più bravi di altri, ma perchè così funziona, in un altro modo no (o no sempre).

Per questo siamo attenti, più che alla politica di cui non ci piace molto parlare, al modo con cui la politica agisce nel mondo reale, e quindi alla normativa.

Studiando il Decreto Legge 4/2022 recante “Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico” siamo letteralmente caduti dalla sedia.

Il cosiddetto Decreto Sostegni ter contiene infatti un ABOMINIO evidentemente pensato da chi, fa male dirlo, di lavoro ed economia non capisce nulla, ed altrettanto evidentemente non intercettato da chi dice di capirci ma non è un lettore attento. A meno che non ci si voglia vedere una pericolosissima deriva ideologica dietro.

Raccontiamo i fatti in maniera semplice.

Al “Titolo III – Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica” e precisamente all’articolo 16, si dice in pratica questo: lo Stato ti rifonde parte dei soldi che devi pagare per tante e varie cause  (perchè non ha mai avuto una politica energetica efficace di lungo periodo, per responsabilità storiche, per questioni logistiche, di politica internazionale, pandemiche etc: è effettivamente la tempesta perfetta)  e questi soldi da dove li prende? Semplice: da quegli operatori economici che negli anni hanno prodotto un utile dalle loro imprese, che hanno ottenuto un margine dai loro investimenti nelle Rinnovabili, nella Ricerca, e nel duro lavoro di qualsiasi altro imprenditore. Il tutto attraverso un calcolo che un ente statale (il GSE, dove ci sono dipendenti che non hanno mai fatto impresa) dovrà fare per capire quanto è giusto che una impresa guadagni da un investimenti. Se è troppo, te ne tolgono un pò e lo danno a chi non ha guadagnato abbastanza, e poi a chi ha speso troppo – secondo loro – per pagare proprio loro.

E’ il colmo: se tu hai guadagnato tanto, un pò (che decido io) te lo tolgo per darlo a chi non è stato capace di guadagnare come te e a chi ha pagato tanto me.

Con queste premesse, chi farà più investimenti in Italia? Se con un D.L. viene stabilito a posteriori quanto avresti potuto guadagnare al massimo e l’eccedenza – calcolata sempre a posteriori, e sempre con decisione univoca ed immediata – data a chi invece non è stato bravo come te a fare il tuo lavoro, chi si fiderà più nel pensare ad u business plan?

Qui non si tratta di ridistribuire la ricchezza – espressione che non ci piace, non solo perchè sembra sia una attività indispensabile e necessaria di certa ideologia quanto sopratutto perchè l’impressione che la ricchezza sia un bene finito, il che è solo nella mente dei meschini.

Questa è ESPROPRIAZIONE della ricchezza. A posteriori.

Per fare un esempio, è come se a due figli, uno bravo a scuola ed uno svogliato e vagabondo, ad un certo punto dell’anno scolastico si decidesse – e lo decide una persona che non è mai andata a scuola – di togliere il 9 ad primo, dargli un 6 e ridare il 3 di eccedenza al secondo, così il suo 3 diventa 6.

Lo capisce anche un bambino che è una idiozia: il ragazzo bravo non si impegnerà più (cambi le carte in tavola dopo che da settembre studio come un somaro per la borsa di studio) ed il vagabondo, sapendo che verrà premiato lo stesso, si impegnerà ancora meno.

Che significa per una Nazione come l’Italia? Che se ho in mente di fare un investimento nelle Rinnovabili, piuttosto vado in Grecia (stanno facendo un grande lavoro) o in Tunisia, ma mai e poi mai lo farò in Italia…perchè è semplicemente un paese dove l’imprenditoria non viene sostenuta. E quindi è un paese dove non conviene investire. Alla faccia del Paese del Sole e dei miliardi nel PNRR per la transizione ecologica.

Ma con buona pace per i bambini svogliati, che per essere promossi aspettano il 6 politico.

Amici Imprenditori, dobbiamo imparare sempre di più a fare da soli, anche aiutandoci tra noi, ma senza contare su interventi esterni. Che invece nel resto del mondo arrivano a fiumi. E che da noi certa insana gestione ha fatto evaporare

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