L’imprenditore è colui che prende su di sé il rischio imprenditoriale a fronte di un guadagno.
Le definizioni di imprenditore sono molte, ma questa ci piace perché è breve, ferma, semplice e profonda.
In particolare ci piace il PRENDE SU DI SÉ, che racchiude l’idea di accogliere, di sobbarcarsi, di tirarsi sulle spalle il fardello del rischio. Nessuno lo può fare all’infuori di lui ed è la cosa che spaventa di più a livello emotivo e di coscienza chi si avvicina a questa vocazione (perché essere imprenditore non è un lavoro, soprattutto in Italia e soprattutto oggi).
Se nel prendere su di sé il fardello del rischio l’imprenditore è solo, lo è a maggior ragione quando decide. Lo dice in maniera molto chiara anche Sergio Marchionne, non propriamente l’ultimo degli ultimi...
Non per fare il Marzullo “de noialtri”, ma ribadisco il concetto: per fare l’imprenditore devo prendermi sulle spalle il rischio imprenditoriale.
Semplificando, l’imprenditore deve gestire il rischio: deve decidere.
Sembra scontato: “chi altri se non lui” può farlo? Eppure a volte si sentono moltissimi imprenditori che si lamentano di essere lasciati soli da… a te la scelta: i dipendenti, i collaboratori, le Istituzioni, le Banche, i fornitori… vale anche la scelta multipla. Sono imprenditori che non hanno accettato la loro condizione.
Il risultato è che DI FRONTE ALLE SCELTE STRATEGICHE NON RIESCONO A SCEGLIERE.
Preferiscono scendere di livello e scegliere sulle tattiche, togliendo responsabilità ai loro manager, salvo poi continuare a lamentarsi del fatto che i loro manager non si prendono la responsabilità.
Trovo questa abitudine molto frequente (forse lo è anche tra le tue abitudini, ma potresti non rendertene conto…hai bisogno di un consulente bravo!): molti imprenditori pensano di poter fare a meno di prendersi dei rischi o di poter affidare il rischio ad altri.
In questi sciagurati casi, come imprenditore passi dal decidere al farti gestire.
Nel primo caso dai problemi che non riesce a risolvere, nel secondo caso dalle persone che non riesce a gestire.
Fare l’imprenditore è un’attività, anzi una missione incredibilmente motivante, proficua, appagante se segui le regole del rischio, mentre diventa sfinente, logorante e triste se cerchi di violarle.
Nel prendersi un rischio è ovvio che via compresa l’idea del fallimento, ma cos’è il fallimento? La conseguenza che non hai preso in considerazione di un’azione che hai fatto. L’errore è l’esito impensato di un’azione, non è il giudizio definitivo sulla capacità di decidere.
In questo periodo mi sono trovato a scegliere se assumere a tempo indeterminato oppure no una nuova figura nella mia azienda. Una decisione che nessuno può chiaramente prendere al posto mio, che posso ovviamente condividere con il mio team ma che devo alla fine perdere io. Potrebbe essere una cazzata? Certo che sì. E se si rivelerà tale, allora vorrà dire che la mia decisione ha prodotto risultati differenti rispetto a quelli che avevo in mente. No significherà che non sono capace a scegliere le persone o che assumere una risorsa è male.
Oppure vorrà dire che la decisione non è stata seguita da un piano per renderla produttiva, o che magari la persona si rivelerà una collaboratrice. Forse dovrò assumermi altri rischi, ad esempio lavorare per renderla efficace, efficiente e funzionale al business, o magari dovrò licenziarla. Altre decisioni, altri rischi. Che come imprenditore dovrò assumermi in prima persona.
Facciamo la pace con questo concetto: un imprenditore dee gestire le decisioni e le conseguenze. Come imprenditori esistiamo perché esistono problemi e soluzioni. Se non esistessero, come molte volte ci soprastiamo ad augurarci, non esisteremmo noi!
E il fallimento è il modo più veloce che abbiamo per impararlo.
Prendersi il rischio vuol dire scegliere: ciascuno di noi sceglie in continuazione, ma l’imprenditore lo fa per più persone insieme, oltre che per se stesso, in genere senza avere la certezza di un ritorno certo né congruo: e non è facile, perché in questo è solo, anche se ha un comitato esecutivo di 20 persone intorno.
Prendere decisioni da solo a volte può consumare la tua energia emotiva positiva: che tradotto, prendere decisioni logora, e dopo un po’ ti senti stanco.
La stanchezza NON È aver fatto tante cose: in una giornata dove sei preso da mille cose da fare la stanchezza non la senti, perché l’energia emotiva aumenta quando trovi soluzione ai problemi quando trovi un modo figo di fare una cosa, o quando raggiungi un risultato.
La stanchezza si prova quando hai consumato la tua energia emotiva positiva e non riesci più a ripristinarla.
E quando la tua energia emotiva è troppo bassa non ti consente di prendere decisioni e di gestire in prima persona opportunità e persone, quindi cominci a cedere e a fare in modo che siano le persone e i problemi, o meglio opportunità non gestite, a gestire te e decidere al posto tuo.
Così facendo non solo perdi l’entusiasmo indispensabile per perseguire il successo – qualsiasi cosa intenda tu per esso – ma precipiti in una spirale di pessimismo e negatività; e così trascini con te anche la tua impresa, perché questa spirale è molto contagiosa per ciascun dipendente. Distruggendo il tuo sogno e molto spesso rovinando la vita a coloro che si sono affidati a te o che tu hai scelto.
Come mi riabituo a gestire?
Non voglio dire che hai bisogno di un bravo consulente che ti aiuti: anche con lui, comunque dovrai decidere tu (se decide lui per te, NON è un bravo consulente). E non voglio nemmeno darti ricette pronte per aumentare la tua energia emotiva, perché io ho trovato la mia, e con me funziona, ma non è detto che funzioni per te. Alla fine del nostro percorso, però, ti esorto a fare una riflessione.
Rifletti sul termine “errore” perché spesso è per la paura di commetterlo che non si decide.
Gli errori che ciascuno di noi compie ogni giorno nel gestire la propria attività sono i più disparati: passeggiando per le campagne e riflettendo sugli ultimi dieci anni di consulenza me ne sono venuti in mente almeno un’altra decina in più di quelli che ho commesso, oltre quelli che ho raccontato. Forse ci scriverò un altro libretto.
Ma l’errore non ti definisce. Anzi, grazie all’errore che compi oggi hai la preziosissima opportunità di essere migliore domani.
Inoltre, l’errore che hai compiuto, o gli errori che hai compiuto, non determinano ciò che farai da ora in poi. L’errore è semplicemente il modo in cui la realtà – o se vuoi, il business – ti dice “Attento, così non funziona”.
Vuoi riprovare in un altro modo, facendo tesoro di ciò che non ha funzionato, oppure continuare a spegnerti, errore dopo errore?
Se hai bisogno di aiuto, se vuoi essere supportato nell’apprendere e nel costruire un processo di cruscottizzazione e rilevamento del cash flow aziendale, o semplicemente hai voglia di confrontarti, o hai bisogno di un consiglio, scrivici a chiedi@whitening.life.
Se lo desideri, iscriviti alla due giorni di ottobre sulla costruzione delle abitudini efficaci. Vai sul sito www.whitening.life per tutte le info su questo corso e sugli altri o clicca su www.whitening.life/abitudini2022/ per vedere il programma e richiedere la partecipazione: l’evento è a numero chiuso ed è riservato a solo 8 imprenditori.