Il pensiero strategico NON è pianificazione

Pensiero Strategico

Sembra banale anche solo dirlo, ma PENSIERO STRATEGICO e PIANIFICAZIONE STRATEGICA sono due cose molto differenti. Infatti il pensiero strategico è un’abilità intellettuale, mente se parliamo di pianificazione strategica intendiamo l’applicazione di questa abilità di reindirizzamento a una situazione o un aspetto concreti. Ad esempio, alla crescita della tua impresa, come abbiamo detto nel nostro precedente blog che puoi recuperare qui.

È del tutto evidente però che se lavoro sul pensiero strategico, allora la pianificazione sarà più semplice da effettuare: quindi, se con il tempo, con l’applicazione, con fatica apprendo cos’è il pensiero strategico e cosa mi impedisce di usarlo, questo avrà grandi e preziose conseguenze sul business. Conseguenze molto più profonde e importanti dello sforzo impiegato per la comprensione…ce lo garantisce il principio di Pareto. Legge empirica ma estremamente predittiva ed affidabile.

Parleremo proprio di questo nell’articolo e ci alleneremo nella due giorni di White Academy in versione Special il 16 e 17 giugno. Ma procediamo con ordine.

Cos’è il Pensiero Strategico e perché è importante

Anche se nell’establishment dei saggi non c’è concordanza nella definizione noi ce ne freghiamo e ne usiamo una nostra, che ci aiuti a fare gli imprenditori e che non deve per forza essere condivisa dagli intellettuali. Quindi, noi potremmo definire il pensiero strategico come la capacità della nostra mente (pensieri ed emozioni, idee e immaginazione, fantasia, creatività, etc.) di immaginare, prima che debba succedere, cosa dovremmo fare e perché.

È la capacità di orientare le decisioni ad un fine, un obiettivo, un target preciso lavorando a ritroso per garantire l’allineamento delle azioni a tale fine, vagliando ogni alternativa possibile e adattando, in contemporanea, il processo decisionale all’obiettivo finale. E prevedendo (prima di descrivere e risolvere) SCENARI alternativi.

Si capisce come questo sia assolutamente divergente (se non antitetico) rispetto a un pensiero più “statico” – e tradizionale – che di solito è costruito sul risolvere problemi contingenti adottando metodi consolidati.

È importante cominciare a lavorarci per almeno due ragioni.

Innanzitutto, non si può imparare grazie ad un manuale e nemmeno – anche se la nostra formazione è veramente figa – partecipando a un corso, ma deve essere praticato e lo si apprende solo facendo. Ergo, prima cominci, prima arrivi.

In secondo luogo – e soprattutto – è indispensabile perché è l’unica opportunità che hai per creare vera innovazione, quindi per fare la differenza in un mondo sempre più V.U.C.A. cioè sempre più volatile, incerto, complesso ed ambiguo. E quindi è l’unica possibilità che l’imprenditore ha in questo periodo storico per farcela. Non per sbarcare il lunario, be inteso: quello di fa facendo ciò che fanno tutti. Ma per riuscire, per avere successo, qualsiasi cosa intenda tu per successo.

Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi diceva il buon Albert Einstein; e per avere di più, devi fare… magari non di più ma sicuramente diversamente rispetto a quello che hai fatto finora.

Cosa ti impedisce di utilizzare il Pensiero Strategico?

Di primo acchito una sola cosa: la paura. La paura di rischiare, del nuovo, del passo oltre il limite è l’ostacolo più grande, la malattia più grande che un imprenditore possa avere.

La paura è fondamentale per l’evoluzione: lo è stata finché l’uomo era succube della natura ed è tutt’ora valida nelle situazioni in cui ancora ci si sente in pericolo. Ma nel business, l’imprenditore non può essere succube della paura; al contrario, quando l’avverte allora sa che sta per fare cose che non ha mani fatto. E che daranno risultati che non ha mai avuto.

Se la paura è la forza primordiale che ti spinge a correre come un centometrista nello sfuggire all’attacco di un leone, è però una pessima consigliera di fronte a un’opportunità, all’attacco di un concorrente o al cambio di una normativa. Quindi non hai altra alternativa che imparare a gestirla.

È la paura che ci costringe a seguire il pensiero dominante, quello che in letteratura scientifica viene chiamato groupthink (lett. pensiero di gruppo), un termine coniato dal sociologo americano W.H. Whyte che l’ha definito in suo articolo su Fortune nel 1952 come una forma razionalizzata di conformismo: una filosofia dichiarata e articolata che considera i valori del gruppo non solo comodi ma addirittura virtuosi e giusti”.

Semplificando, è il modo di pensare di un gruppo sociale che, per solleticare la spinta all’autoconservazione del gruppo e minimizzare i conflitti, si assesta su un consenso non basato su analisi e critica delle idee, sacrificando, così creatività, originalità, autonomia e pluralità di pensiero.

È il “pensare come pensano tutti” che è stato trattato con grande attenzione nel libro “La basi del Mindset imprenditoriale“.

Ed è la paura che ci impone di seguire lo status quo, che ci fa tremare o ci impedisce di dormire di fronte al cambiamento. “È provato a livello empirico che laddove gli individui possano scegliere tra fare qualcosa di nuovo oppure rimanere nello status quo, preferiscano quest’ultima opzione e ciò perché l’uomo è biologicamente avverso al rischio” come raccontano le ricerche di A.Tversky e D. Kahneman: la minaccia di una perdita influisce maggiormente su una decisione rispetto alla possibilità di un pari guadagno. 

Ci hanno vinto un Nobel, loro… Non hanno avuto paura, evidentemente; altrimenti non avrebbero vinto nulla (trovi il lavoro qui).

La paura è molto potente: per questo, se per te il pensiero strategico non è innato e naturalmente sviluppato, hai bisogno di uno sguardo esterno, di un aiuto a gettare il cuore oltre l’ostacolo per fare pianificazione strategica; un’attività indispensabile, anzi l’unica veramente indispensabile per un imprenditore. Ma di questo abbiamo già parlato e non intendiamo ripeterci.

Se intendi lavorarci e cominciare a sviluppare il tuo pensiero strategico, imparare gli strumenti più efficaci e apprendere come utilizzarli per costruire la pianificazione strategica della tua impresa contattaci.

NON AVERE PAURA, non permettere alla paura di fregarti, scrivi a chiedi@whitening.life per conoscere le date della prossima edizione dello Special della White Academy in cui ne parleremo

Per approfondire i nostri percorsi e sui nostri servizi, visita la pagina del sito dedicata al nostro shop. E nel frattempo, perché non cominciare questo percorso leggendo un libro? Ti consiglio questo qui.

 

 

 

Nel mondo attuale, caratterizzato da una costante esposizione a modelli di successo, bellezza e realizzazione, la ricerca dell’autostima può trasformarsi in una vera e propria battaglia. “Confronta te stesso con chi eri ieri, non con chi è oggi qualcun altro.” Queste parole di Jordan Peterson, che abbiamo scelto come frase del mese per marzo 2025, ci offrono una prospettiva fondamentale per sviluppare una sana autostima, soprattutto nel contesto del business, dove la fiducia in se stessi gioca un ruolo cruciale.

La Trappola del Confronto

Viviamo in un’era (non solo ma anche pesantemente influenza dai social media) in cui le immagini e i successi degli altri sembrano essere a portata di clic. Questo costante confronto con la vita e i traguardi altrui può minare profondamente la nostra autostima. È facile sentirsi inadeguati quando si osserva qualcuno che sembra avere tutto sotto controllo, mentre noi stiamo lottando con le nostre sfide quotidiane.

È importante riconoscere e prendere consapevolezza del fatto che molti di questi “modelli” sono costruzioni curate, che non mostrano il quadro completo della vita di una persona. Spesso ciò che vediamo online è solo la punta dell’iceberg, mentre sotto la superficie ci sono le stesse insicurezze e difficoltà che anche noi affrontiamo.

Un inciso, peraltro: come mai chi ha fatto milioni di euro in sei mesi vuole da te 9,90€ per insegnarti come fare? Una cosa così secondo te è plausibile?

La Importanza della Fiducia in Se Stessi nel Business

Accendiamo volentieri una luce sull’autostima perchè nel contesto lavorativo avere un elevato grado di fiducia in se stessi è fondamentale. Lo è in tutti gli ambiti del vivere, in tutte e 4 le “aree del vivere” in cui è possibile schematizzare la vita (personale, familiare, lavorativo, sociale) ma nel lavoro chi ha un livello di fiducia in se stessi adeguata riesce a prendere decisioni più audaci, a comunicare efficacemente e a motivare gli altri. Tuttavia, come accennato, questo livello di fiducia può deteriorarsi facilmente quando ci confrontiamo con gli altri. Iniziamo a mettere in discussione le nostre capacità e il nostro valore, dimenticando che ognuno di noi ha un percorso unico, costruito su esperienze, sfide e passioni personali.

Il Viaggio Personale

Invece di misurare il nostro progresso in base alle conquiste altrui, dovremmo concentrarci sul nostro viaggio personale. Ogni piccolo miglioramento, ogni passo avanti nella nostra crescita personale dovrebbe essere visto come un traguardo da celebrare. Questo approccio non solo ci permette di sviluppare una sana autostima, cioè un corretto ed adeguato livello di fiducia in se stessi, ma ci aiuta anche a scoprire e chiarire i nostri “perché” più profondi.

Chiediti:

  • Cosa è veramente importante per me?
  • Quali sono i miei obiettivi?
  • Quali sono le mie passioni?

Riflettere su queste domande ci aiuta a tracciare un percorso che sia autentico e in linea con i nostri valori. Questa consapevolezza costruisce una base solida per la nostra autostima, rendendoci meno vulnerabili al confronto con gli altri.

Strumenti per Costruire la Fiducia in Se Stessi

Ecco alcuni suggerimenti pratici per nutrire la tua autostima e ridurre il confronto negativo:

1. **Imposta obiettivi personali**: mantieni il focus su ciò che desideri realizzare, piuttosto che su ciò che altri hanno già raggiunto. Fissa traguardi realistici e sfidanti per te stesso.

2. **Pratica la gratitudine**: Prendi nota delle cose di cui sei grato nella tua vita. Questo cambia la tua prospettiva e ti aiuta a focalizzarti su ciò che hai, piuttosto che su ciò che ti manca.

3. **Disconnetti dai social media**: Limita il tempo trascorso sui social e scegli di seguire solo contenuti che ti ispirano e ti motivano, piuttosto che confrontarti con altri.

4. **Celebra i tuoi successi**: Fai una lista delle tue conquiste, grandi e piccole, e ricorda a te stesso il tuo valore.

5. **Cerca supporto**: Parla con amici, mentori o coach che possono aiutarti a mantenere il focus sul tuo viaggio e a valorizzare le tue conquiste.

Il confronto con gli altri può essere una trappola insidiosa che sottrae la nostra fiducia in noi stessi e il nostro senso di autovalutazione. Ricordiamoci delle parole di Peterson e concentriamoci sul nostro percorso personale: ogni giorno è un’opportunità per diventare meglio di chi eravamo ieri. In questo modo, costruiremo non solo una solida autostima, ma anche una carriera di successo, guidata dalla nostra autenticità e determinazione.

Se vuoi, per scolpire su pietra (o meglio su carta) il tuo potenziale umano e professionale, puoi utilizzare degli strumenti, come l’assessment comportamentale PDA, che può dare alcune risposte scientifiche alle tue domande.

chiedi@whitening.life come fare, oppure clicca direttamente qui per capire di cosa si tratta.

Confronto e Autostima: il viaggio verso il tuo Io migliore
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