Durante la vita di un’azienda, arriva sempre un momento (molto spesso più di uno)  in cui l’imprenditore deve reinventare il suo business, o semplicemente espanderlo, perché in caso contrario è destinato a scomparire.

A volte possono essere le condizioni del mercato a imporre un cambiamento – la globalizzazione, la legislazione, i competitors, altre volte è la semplice ambizione imprenditoriale che porta a sognare sempre più in grande.

Abbiamo già parlato del cambiamento da questo blog, prendendo come spunto la Legge dello Scatto di John Maxwell;  quello di cui vorremmo parlare oggi è l’abitudine dell’imprenditore al cambiamento, l’attitudine alla plasticità, potremmo chiamarla.

Qualunque siano le motivazioni, infatti, arriva per l’imprenditore il momento di rivedere il proprio business. E per farlo in modo corretto, qualsiasi innovazione, qualsiasi cambiamento deve essere frutto di attenta analisi e di considerazioni sul medio-lungo, piuttosto che nel breve.   Tenendo a mente che qualunque espansione o reinvenzione di business, per durare nel tempo, deve essere il frutto di un test.

Spieghiamoci meglio: ogni giorno, come imprenditore, dovresti testare nella tua azienda nuove strategie, tecniche e approcci, per poi tenere in piedi solo ciò che funziona ed eliminare ciò che invece non attecchisce.

Questa è una regola fondamentale per ogni azienda che desideri avere un successo duraturo e non essere un fuoco di paglia.

Anche i più grandi colossi la rispettano: prendiamo l’esempio di Google.

Una delle più grandi tech company al mondo, per molti sinonimo di motore di ricerca online, da questo luglio è entrata ufficialmente nel mercato “reale”, grazie all’apertura del primo store fisico a New York.

Le motivazioni di questa scelta imprenditoriale hanno a che fare sia con le mutate condizioni del mercato, che con l’ambizione insita nel DNA di Google.

Infatti, da una parte questa strategia nasce per soddisfare quella fetta di clienti che non è ancora a suo agio a comprare prodotti online senza prima averli testati e provati.

Dall’altra parte, invece, c’è il desiderio di Google di rafforzare la potenza del proprio brand nel mercato della tecnologia.

Una scelta controcorrente, vista la continua espansione delle vendite online, ma che non ferma Google dal voler testare nuovi canali di vendita.

Infatti, big G ha dichiarato che questa scelta è ancora in fase di sperimentazione e la possibilità di aprire altri store in futuro dipenderà unicamente dalla reazione dei clienti e dai risultati che porterà questo primo test nel mercato dei negozi fisici. In realtà prima di New York, Google aveva aperto dei negozi pop up sia a Chicago sia a Manhattan, ma tutti legati a eventi particolari o al lancio di nuovi devices: quello di Chelsea sarà quindi il primo negozio fisico permanente.

Come vedi, anche se Google nel primo trimestre del 2021 ha fatturato 17,9 miliardi di dollari, continua a fare dei test per espandersi.

Google potrebbe tranquillamente aprire tutti i negozi che desidera e, se anche fallissero tutti malamente, cadrebbe comunque in piedi. Ma anche avendo risorse potenzialmente illimitate, la filosofia di Google è quella che dovrebbe avere qualsiasi PMI: testare nuove possibilità, analizzare i risultati e mantenere ciò che funziona, per reinventare costantemente la propria attività e rimanere sempre sulla cresta dell’onda.

Non senza errori, flop e clamorose marce indietro: pensate ai Google Glass – un display a forma di testa con funzionalità per smartphone – presentati al pubblico nel 2012. L’annuncio è iniziato con una dichiarazione di principio: “Pensiamo che la tecnologia dovrebbe funzionare per voi – essere lì quando è necessario e toglersi di mezzo quando non lo fai. “Dopo due anni di vendite deludenti, era chiaro che i consumatori non avevano bisogno di Google Glass. Google ha aderito al suo principio e nel 2015 ha interrotto lo sviluppo del prodotto. Preoccupazioni sulla privacy, bug segnalati, scarsa durata della batteria, divieti da spazi pubblici e incapacità di vivere fino alla montatura hanno impedito l’adozione pubblica della tecnologia.

Questa dovrebbe essere la base su cui costruire la tua azienda, se desideri che la tua “creatura” abbia davvero successo nel lungo termine.

Se resti fermo e ti accontenti del fatturato che ti basta per coprire le spese, concederti qualche vizio e pagarti le vacanze a fine anno, la tua azienda non dominerà mai il mercato e rimarrà una delle tante, destinata prima o poi a chiudere i battenti.

Ma non credo sia questo il futuro che immagini per la tua azienda.

Se ne vuoi parlare, siamo pronti ad offrirti, senza alcun vincolo ed alcun costo, una sessione di consulenza gratuita: scrivi a chiedi@whitening.life i tuoi orari e verrai contattato tramite Zoom. Oppure clicca qui e manda un messaggio.