Pochi giorni or sono abbiamo raccontato come sempre più il mondo – e la consulenza direzionale d’impresa non può non tenerne conto – stia freneticamente aumentando i ritmi del cambiamento, assumendo sempre più i contorni di ciò che nel 1987 Warren Bennis e Burt Nanus, hanno chiamato “VUCA”in un testo sulla leadership, ““Leader. Anatomia della leadership, le 4 chiavi della leadership effettiva”.
V.U.C.A. è un acronimo composto dalle iniziali delle parole Volatility, Uncertainty, Complexity and Ambiguity che potremmo tradurre in
- VOLATILITÀ
- INCERTEZZA
- COMPLESSITÀ
- AMBIGUITÀ
Oggi ci concentreremo sul primo termine, la volatilità.
Cosa significa VOLATILITÀ?
Il termine fa riferimento a fenomeni magari parzialmente prevedibili ma che presentano un elevato tasso di varianza nei valori, negli attori coinvolti e nei risultati prodotti, accompagnata da una una elevata frequenza di variazioni.
Il concetto esprime la natura turbolenta e fluttuante della natura e delle dinamiche dei cambiamenti: maggiore è la volatilità, più veloci sono i cambiamenti e quindi più turbolenti sono i risultati prodotti.
La volatilità è un aspetto di cui tutti facciamo esperienza nella nostra vita: non solo per la natura dei cambiamenti economici più ampia rispetto solo qualche anno fa – come per esempio lo scoppio delle bolle speculative, le rovinose cadute in borsa, l’andamento delle valute digitali o di alcuni prodotti finanziari estremamente liquidi – ma anche per aspetti che si riferiscono al business di tutti i giorni, dagli aspetti del commercio, alla connettività fino alla concorrenza globale.
Cosa significa che il mondo del business è VOLATILE?
Il fatto che il mondo del business sia volatile significa che la natura, la velocità e l’ampiezza dei cambiamenti non sono più prevedibili con ragionevole certezza.
La digitalizzazione, la facilità di connessione, la concorrenza globale aumentano l’impatto che la volatilità ha nei piani di sviluppo dell’impresa, e si riflettono non solo sulla tempistica e sull’orizzonte dei piani strategici – nei quali ad esempio è inutile non prevedere diversi scenari e quindi diversi piani attuativi – ma anche nella definizione degli obiettivi e dei KPI, degli organigrammi aziendali, delle job description e dei mansionari, nello sviluppo di un piano commerciale o di una tattica di consolidamento di posizione.
Fino a qualche decina di anni fa, ad esempio, l’organigramma era rigorosamente gerarchico, con un funzionigramma definito ed il mansionario era il punto di riferimento per il nostro dipendente e per i suoi colleghi: da pochi anni a questa parte, invece, ci rendiamo conto del fatto che ciascuno dei nostri collaboratori deve – se può e se vuole, ma di questo riparleremo – occuparsi di più attività, diverse rispetto a prima, a volte anche ricoprendo ruoli che non esistono fino a pochi anni fa. Si pensi ad esempio all’E-Commerce Manager, ma anche al Digital Recruiter, al CyberSecurity Manager, al DPO e ad altri ancora. L’organigramma diventa quindi, per essere ancora uno strumento di valore, una matrice, con compiti di ciascuno che hanno ripercussioni ed intrecci con quelli di tutti.
D’altro canto pensiamo a quante professioni sono ormai prossime all’estinzione, come contraltare alle nuove che si creano….Questo apre un ampio discorso che non può essere ospitato in questa sede, citiamo solo una ricerca secondo la quale entro 50 anni (dalla ricerca ne sono già passati 2!) scompariranno almeno 27 professioni e mestieri, tra i quali non solo, come è prevedibile, il tassista ed il bibliotecario, ma anche il cameriere, il cassiere, il geometra e l’esattore creditizio (recupero crediti).
Il mondo si sta rivelando così volatile che tra quell’elenco sono inclusi anche i piloti di aerei, ma non saranno loro gli unici dipendenti in volo ad affrontare cambiamenti. ” Già nel 2012, il barista automatizzato Skybot era sugli aerei per aiutare gli assistenti di volo a trasportare bevande ai passeggeri. Entro il 2016, Pepper – così si chiama lo skybot, n.d.r. – poteva già ricordare le informazioni di volo di ogni passeggero, accettare richieste, fornire informazioni sui voli in coincidenza e aggirarsi per i corridoi mentre i suoi colleghi umani dovevano essere allacciati ai sedili.”
Questo salto è avvenuto in soli quattro anni: immaginate cosa riserveranno i prossimi 50, I lavori che spariranno (e quelli che nasceranno) nel mentre.
Come non parlare della ristorazione, anche – ma non solo – in seguito ai recenti eventi pandemici, oppure il commercio al dettaglio: qualche mese fa un nostro Cliente, sorridendo, ci confidava come per i suoi figli, “Babbo Natale” usa Amazon già da qualche anno: “sono anni che non metto più piede in un negozio di giocattoli”, ci raccontava.
Come puoi tener conto della VOLATILITÀ nella tua attività di imprenditore?
1. Cambia il tuo atteggiamento mentale.
La prima riflessione che nasce, di fronte alla consapevolezza della volatilità del mercato in cui operiamo, è quanto sia importante non adagiarsi al pensiero che le proprie competenze e le competenze del proprio staff rimangano sempre in linea con l’evoluzione del ruolo e con i cambiamenti delle esigenze lavorative e del mercato di riferimento.
Il cambiamento c’è, rispetto a qualche decennio fa è più veloce e più istantaneo, di conseguenza è importantissimo rimanere ben desti per adattarsi al cambiamento, se non anticiparlo e governarlo. Ed è indispensabile prenderne consapevolezza, anche se questo ci provoca disagio, perchè un futuro certamente prevedibile spaventa molto meno di uno imprevedibile.
2. Lavora su scenari multipli
Se ti capita di fare un piano commerciale, o un business plan per uno spin-off, oppure anche solo un programma per lo sviluppo di un nuovo prodotto, ti troverai di fronte a tanti “bivi” e a tante incognite: ragiona con l’approccio dell'” E SE” e non escludere alcuno scenario, dal più favorevole al più penalizzante. Non li immaginerai mai tutti (la realtà è sempre più innovativa dell’immaginazione, il divertente del nostro lavoro è proprio questo) ma sarai in grado di verificarne subito il ritorno, le eventuali difficoltà e le mancanze e – se si verificheranno – sarai in grado di affrontarli con relativa serenità.
3. Scegli persone intorno a te puntando sulle qualità prima che sulle competenze
Molti guru delle risorse umane ripetono questo mantra, anche perchè è molto più lineare per loro trovare belle persone piuttosto che grandi esperti, visto ciò cui abbiamo accennato prima.
La ragione non è però quella da loro sempre descritta, e cioè che è più facile insegnare competenze nuove a belle persone che trasformare in bella persona un grande esperto).
Il motivo per cui devi farlo è che la competenza per la quale stai selezionando ora, domani potrebbe non essere più utile alla tua impresa, e quindi ti potresti trovare a riconvertire le skills della persona: e se è una “bella persona” la conversione sarà possibile e relativamente efficace, altrimenti semplicemente impossibile. Con il risultato di avere a libro paga un grande esperto molto inutile.
4. Studia, impara, confrontati, lavora sulla tua curiosità e sul nuovo.
Dovremo avere il coraggio, come imprenditori, di mettere in discussione il nostro business ogni tre-cinque anni, per poterne cogliere gli aspetti da innovare. L’innovazione, come la crescita che è un suo sinonimo anche per la volatilità di cui stiamo parlando, è possibile SOLO A PARTIRTE DALL’IMPRENDITORE, che ci deve credere, deve investirci e deve promuoverla.
E’ un errore riservare questa indispensabile attività solo alle nostre prime linee: è l’imprenditore che deve leggere ed anticipare – laddove possibile – il futuro ma gli sarà impossibile se non lavorando sulle sue persone e se non studiando, confrontandosi e lavorando sulla propria curiosità in un ambito in cui è, per definizione, un esperto.
Nelle prossime settimane lavoreremo ancora sul concetto di VUCA, analizzando le altre tre componenti, perchè VUCA rappresenta una serie di sfide che quotidianamente ogni imprenditore deve affrontare nel suo lavoro. Le quattro componenti di cui è formato l’acronimo diventeranno sempre più prevalenti nel mondo degli affari, e tenerne a mente il significato è un vantaggio competitivo, che testimonia la capacità di leggere non solo l’ambiente che ci circonda, ma anche ogni tipo di situazione. Non dimentichiamo, d’altronde, che sono le singole situazioni, tutte insieme, a determinare il successo di ogni azienda, e quindi solo lavorando su ciascuna di esse si possono ottenere risultati.
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