Come abbiamo già accennato da queste pagine, il termine VUCA raggruppa 4 differenti sfide richieste ai managers ed agli Imprenditori in questi ultimi anni, sfide che richiedono altrettanti – o forse più – tipologie di risposte affinché il mercato, la modernità, l’evoluzione non travolgano – rispettivamente – le aziende per le quali lavorano ed il frutto dei loro sforzi.
Nell’acronimo V.U.C.A. la seconda lettera indica (dal termine inglese Uncertainty) INCERTEZZA.
Ci si riferisce, secondo Nathan Bennett and G. James Lemoine – i due ricercatori che hanno coniato questo acronimo – alla ragionevole certezza con la quale possiamo prevedere il futuro, ragionevolezza che appare – ed in questi periodi si capisce molto facilmente – sempre più “irragionevole”.
In altre parole, secondo l’approccio VUCA il mondo è sempre meno definitivo, porta a conclusioni via via meno assiomatiche, manifesta effetti sempre più slegati da cause individuabili ed identificabili con certezza.
Anche il mercato della tua Impresa è sempre più incerto: è più liquido ed indefinito, granulare e quindi estremamente imprevedibile.
Parte dell’incertezza viene percepita e associata alla tua incapacità di imprenditore (e delle persone in genere) di capire cosa sta succedendo: dal momento che tutto cambia con velocità sempre più elevata, si fa molta più fatica di un tempo a capire come e con che direzione le cose cambino, e di conseguenza si fa più fatica ad adeguare le idee e di conseguenza le azioni e alle nuove situazioni. Il rischio di fronte all’incertezza è l’immobilismo, di fatto anche questa una scelta, però.
L’incertezza, tuttavia, è anche una caratteristica più oggettiva di un ambiente. Gli ambienti veramente incerti sono quelli che non consentono alcuna previsione, anche non statistica. Più il mondo è incerto, più difficile è prevederlo. E più è difficile prevederlo, meno efficaci saranno le nostre azioni di imprenditori, appunto perchè non programmabili e quindi, di fatto a volte irrazionali, emotive, casuali, automatiche, abitudinarie.
In linea teorica questo non è sempre un male: la REAZIONE, cioè l’azione non programmata, automatica, emotiva, a volte irrazionale è alla base del comportamento umano da quando ci vestivamo con una foglia di fico e dormivamo nelle caverne.
Per un imprenditore che ha sulle spalle una storia aziendale, comunque lunga, ed in più Famiglie cui rendere conto, Clienti con i quali ha messo la faccia, Fornitori che pretendono giustamente di ricevere quanto pattuito, per un imprenditore – dicevamo – che ha accordi da onorare, scadenze da rispettare, costi da sostenere, ebbene per un imprenditore la risposta “non programmata, automatica, emotiva, a volte irrazionale” non sempre è efficace.
Anzi, spesso è deleteria, e porta risultati molto diversi da quelli auspicabili.
L’impresa – che ricordiamo è fatta di Persone – ha bisogno di certezze, e le pretende – anche giustamente – dall’Imprenditore. E questi dovrebbe pretenderle da un mercato che al contrario è estremamente volatile, molto frammentato, incostante, altalenante, “fluido e magmatico”, diceva un comico.
Questa dicotomia si traduce molto spesso per te, Imprenditore o manager, in una reazione invece che in una azione: a volte quindi otterrai quello che desideri, perchè la reazione è stata efficace, altre volte non lo otterrai, in una sorta di pericolosa altalena tra la sopravvivenza ed il fallimento. Che in un mondo volatile, incerto, complesso, ambiguo equivale a lanciare la monetina e non riuscire a riprenderla.
Cosa puoi fare? Come puoi trovare certezze sulle quali costruire la strategia aziendale in un ambiente così…..VUCA?
Ne discuteremo insieme, molto approfonditamente ed in modo molto pragmatico, nel corso “Allenare il pensiero strategico” la cui prima edizione è programmata per maggio. Possiamo però anticipare alcuni atteggiamenti che, dati alla mano, sono risultati molto efficaci nella gestione dell’incertezza:
1- La prima certezza è che la certezza non esiste. Un pò come il Fight Club la prima regola da tener presenti è che non potremo mai essere certi delle nostre scelte strategiche. Per quanto accurate, precise, vaste, puntuali siano, lo saranno PER ORA, ma potrebbero non esserlo tra due settimane. Le ipotesi sulle quali abbiamo poggiato la costruzione del nostro piano potrebbero ora essere granitiche, ma risultare assolutamente improbabili tra qualche settimana. Non voglio citare la pandemia (si diceva che in Italia il take-away non avrebbe mai funzionato, o che l’e-commerce sarebbe stato usato solo per pochi articoli….).
2- L’analisi delle ipotesi deve riguardare uno spettro più ampio. Nella costruzione del piano di sviluppo strategico le ipotesi spesso vengono prese come certe. Non lo sono più. Il mercato risponde oggi con dei comportamenti che possono cambiare completamente nel giro di poco tempo. Settori ritenuti dominanti possono sparire nel giro di qualche mese. Dinamiche di prezzo possono essere contraddette in maniera repentina e senza una ragionevole ragione (pensiamo al costo di gasolio e benzina in Italia in questo momento, fuori controllo per speculazioni senza una trasparente ragione, senza uno schema e senza storicità). I Fornitori potrebbero essere costretti nel giro di poche settimane a modificare completamente la loro catena di approvvigionamento (e quindi la tua!) per un evento lontanissimo dal tuo territorio o dalla tua mente (pensiamo ai semiconduttori…)
3- Lo sviluppo delle tesi deve prevedere SCENARI MULTIPLI. Non può bastare descrivere in un Business Plan una rotta: è indispensabile raccontarne più di una, ciascuna con una analisi accurata delle contromisure, con una propria analisi SWOT, con dei processi almeno immaginati e verificati. Altrimenti la tua strategia risulterà implementare fino all’ora di cena. O fino al cappuccino di domani mattina.
Ci sono tantissime, altre ripercussioni, non solo sul piano strategico, ma ad esempio sulla gestione del marketing aziendale, sull’implementazione del piano delle Risorse Umane, sulla pianificazione commerciale, sulla diversificazione e sulla verticalizzazione.
Le vedremo nel dettaglio, tutte, nell’evento “Allenare il pensiero strategico” che inizierà a maggio, e cercheremo di adeguare il nostro sogno imprenditoriale alle mutate condizioni, riformulare la strategia – ora monolitica – delle nostre imprese per tenere conto del nuovo approccio, per non farci trovare impreparati e per non rischiare di perdere tutto, quando invece ci sono milioni di opportunità intorno a noi.
Forse, una sola cosa è davvero certa: nulla – nel business – appare certo ed immutabile.
E tu, sa Imprenditore, devi (perchè non hai altre possibilità) riuscire ad adeguare le tue risposte alle mutate condizioni.
Se vuoi, puoi farlo con noi, scrivendoci all’indirizzo chiedi@whitening.life oppure contattandoci in altra maniera: è la nostra mission quella di sostenere l’evoluzione delle Aziende.
Altrimenti fallo con altri, o da solo. NON PUOI NON FARLO.